Maria Papadimitriou (Atene 1957)

fin dall’origine del suo lavoro è stata attratta dalla località di “Avliza”, un’area abbandonata, nella parte occidentale di Atene usata come insediamento provvisorio dalle popolazioni migranti. Maria Papadimitriou è stata attratta dalle dinamiche di mobilità dell’area come topografia emotiva. Così nel ’98 Papadimitriou ha cominciato a riflettere sul nomadismo e ha costruito un progetto in progress e collettivo denominato sotto il titolo generale “Tama”, Temporary Autonomous Museum for All. La parola “Tama” in greco significa offerta religiosa. Il progetto include architetti, sociologi, musicisti, persone locali ed artisti che vedono Papadimitriou come coordinatore